*nota di Marco Cremonini, Neuchatel-Como... : singolare e ridicola denuncia. Ci sfugge il nome del magazine così irritante per tal Giacometti, ma poco importa fosse anche istituzionale doc, in questo caso e per le argomentazioni, come pure qualcuno nei commenti ha ben sottolineato. A parte lo stile non stile tipico ferrarese agreste, omesso il nome della testata! ma solo a Ferrara o altre aree depresse ci si pulisce il nas per certo mix pubblicità-marketing! Bastano i nomi di grandi pubblicitari culturali del secolo scorso, come Depero o Andy Warhol? Poi certo presunto conformismo o scarso impegno sociale attribuito al magazine... ma qualcuno hai mai sentito parlare di Casta dei Giornali a Ferrara? Insomma la Terra è ormai 3.0 e qua a Ferrara manco ha ancora vinto il Windows 3.1.
*da Estense com lettere
Negli ultimi tempi il proliferare di internet ha fatto sì che la navigazione on-line diventasse un rito sociale, una forma di divertimento di massa, una difesa dall’angoscia e uno strumento di potere. Tutti, o quasi, siamo interpreti di questo fenomeno complesso il cui alimento principale è la pubblicità; intesa sia come propaganda, sia come possibilità di rendere di pubblico dominio qualcosa. In internet tutto è pubblico e la pubblicità si trova ovunque.
Ciò spesso genera delle ambiguità, soprattutto laddove la pubblicità, intesa come propaganda, si traveste da informazione. Ed è proprio su uno di questi casi che intendo porre l’attenzione. Si tratta di un magazine on-line, di cui preferisco non fare il nome per via dell’ulteriore pubblicità che gliene deriverebbe, uno dei più cliccati dalla giovane e meno giovane comunità ferrarese. Il nome scelto, che potrete facilmente intuire, già denuncia un forte attaccamento ad un ridotto immaginario locale; a seguire una didascalia pseudomistica e ai limiti dell’insignificanza dovrebbe chiarire a chiunque voglia capire qualcosa, che quello non è posto per lui.
Ma si sa che la sete d’informazione on-line, quando sopraggiunge, è implacabile, sicché una volta dentro al magazine lo si naviga in lungo e in largo tra interviste ed articoli. E proprio leggendo questi ci si accorge rapidamente che manca qualcosa; è la notizia che manca, questa è la notizia! Difatti gli articoli sono intrisi di anonimo buonismo e di una facile retorica che spesso pende verso il comune ben pensare. Vengono pubblicizzati personaggi ed eventi, passati presenti e futuri, tutto qui, solo pubblicità, niente notizie. Non si prendono posizioni, non si esprimono idee, non vengono fatti approfondimenti o indagini, non si denuncia nessun conflitto, non si diffama nessun politico né tantomeno si sperimenta qualcosa di nuovo. Si fa pubblicità travestita...,,
CONT ESTENSE COM