Urfuturismo: la Nuova Oggettività per l' Italia del XXI secolo: intervista a Sandro Giovannini

da ECCOLANOTIZIAQUOTIDIANA.IT  ROMA...
http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/nuova-oggettivitu-o-new-realism-verso-la-quinta-roma-intervista-a-sandro-giovannini/
 
*NEL VOLUME 7 SCRITTORI FERRARESI-  Roby Guerra (anche curatore), Zairo Ferrante, Riccardo Roversi, Emilio Diedo, Maurizio Ganzaroli, Sylvia Forty, Alberto Ferretti
 
AA.VV. Al di là della destra e della sinistra... dopo il Libro Manifesto (La Carmelina, 2013)
 
Sandro Giovannini, poeta e filosofo (e curatore) del Movimento Nuova Oggettività, fondatore e curatore della rivista Letteratura-Tradizione (dagli anni 90)  (Roma, Milano…), collaboratore della rivista BVS (Biblioteca di Via del Senato, Milano, diretta da Gianluca Montinaro)


D- Giovannini, nuovi volumi per l’estate/autunno 2013 …(entrambi editi da La Carmelina di F. Felloni, link underground tra Ferrara e Roma): oltre al paradossale Per Quale Motivo… l’istant book già edito Al di là della Destra e della Sinistra… dopo il libro manifesto, oltre 30 autori,cover di Graziano Cecchini…
R: Al di là della destra e della sinistra, nell’ottica che sopra delineavamo, potrebbe meglio chiamarsi e destra e sinistra, ovvero potrebbe lasciare al primo titolo la sua ormai lunga perfetta ma alla fine impotente parafrasi del fallimento neocapitalista e del superamento necessario di questo e riconoscere definitivamente per l’epoca del clinamen e dell’ultimatività, che molti leggono eufemisticamente ma con una base di verità come l’eterna ed interminata crisi di passaggio, un serio ossimoro ontologico, logico, metapolitico, civile, sociale, economico e creativo. Siamo postumi a tutto e questa nostra condizione rimette in gara il nostro gioco tragico senza sconti per nessuno. E se è vero che le etichettature ottocentesche ormai hanno un senso solo residuale, animico e di rendita di posizione, espressione della pesanteur, e quindi da non mai sottovalutare, è anche vero che richiamare e destra e sinistra, nella stessa loro possibile evocazione atemporale, rende bene l’idea di un vero superamento definitivo del secolo non certo breve ma ininterrotto e di cui le poste sono ancora attive, almeno dal punto di vista del soggetto o del gruppo elitario e trainante. A tal proposito il New realism che oggi tende a trovare nuovo campo e legittimità filosofica non so quanto si riconosca consapevolmente in questo orizzonte di rovine e macerie, e quanto possa liberarsi dei tabù del politicamente corretto che si sono sostituiti artatamente ai vecchi e naturali idola tribus, nella logica progressivamente inevitabile del mondo globalizzato così come la modernità post-due- guerre-mondiali ha imposto. Noi non abbiamo di tali problemi, non avendo il tabù della democrazia e neanche quello della élite, intesi nel loro intendimento letteralista, in quanto crediamo appunto in un ossimoro, ovvero in una aristocrazia sociale, che si crea per partecipazione vera e non per stanchi ritualismi, privi ormai persino di vita animica… In fondo è ciò che hanno creduto tutti i grandi rivoluzionari ma dovendosi ancorare a logiche che per noi ormai sono state deprivate di ogni aura, demistificate definitivamente, ridotte all’osso della potenza senza volto e della conseguente violenza ipocrita. Personalmente sono convinto che è solo con la nostra formazione ideale che si può tenere sotto controllo potenza e violenza senza rinunciare all’azione che rimetta in gioco tutto. Parte dal singolo tale processo e passando attraverso la comunità può giungere alla Nazione e poi allo Stato. E la condizione miserevole della nostra esistenzialità attuale è una promessa di futuro rovesciamento o metanoia…

D- Giovannini, più in generale e per l’Italia del XXI secolo, per una Quinta Roma tradizional/futurista, elogio del paradosso ma …Azzurro?
R: Un Quinto Impero, ed una conseguente Quinta Roma, tradizione e futurista, dopo la prima classica, la seconda bizantina, la terza orientale, la quarta riformista e controriformista, dovrà essere da noi costruita sapientemente con gli strumenti dell’utopia. Quanto siamo più lontani dalla potenzialità del bene, ridotti all’estremo della sopravvivenza senile in uno stato che non ha più nulla di eminentemente degno se non la speranza assurda di alcuni dei suoi figli migliori, così potremmo sognare ed operare per l’ipotesi che per noi si organizzerà – per il tempo prossimo – in un nuovo libro corale… La sfida comunitaria è celeste per definizione…

Info:
http://www.edizionilacarmelina.it/
 
http://www.edizionilacarmelina.it/?page_id=613
 
http://www.bibliotecadiviasenato.it/editoria/biblioteca-di-via-senato/Anno-IV.aspx
 
http://nuovaoggettivita.blogspot.com