FERRARA *Matteo Bianchi, intellettuale neo-organico del fu Partito, ma buon critico letterario, giovane e in progress, di rilievo già nazionale (noi siamo oggettivi e "scientifici") ha- recentemente ben evidenziato Corrado Govoni, con semi-news laterali poco note (certa influenza stessa di Govoni su Ungaretti, ma anche del Futurismo...) ecc. Va da sé... una visione ancora ideologica... si noti il mini scoop su Marinetti e Govoni, come se il poeta ferrarese di Poesie Elettriche... non sia stato anche un protagonista live storicamente del Futurismo. Come ben dimostrano antologie dei Poeti Futuristi. Qua a Ferrara, ancora edulcorato in certa vena crepuscolare, certamente presente.. ma il vero Govoni (e che ricorda la storia letteraria) è quello futurista (straordinario anche il carteggio Govoni... Palazzeschi!).
Nel 1915 il copparese di Tamàra Corrado Govoni, giunto alla sua sesta raccolta, aveva pubblicato ciò che potrebbe sembrare un modello d’ispirazione, un motivo lirico. La similitudine in questione è in uno dei capolavori del debutto di Giuseppe Ungaretti. Si tratta del componimento più semplice, più popolare, più immediato, che ogni italiano ha memorizzato negli anni delle scuole dell’obbligo. Un lampo di guerra: Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie, datato luglio 1918 e appuntato sul taccuino del grande poeta mentre si trovava a combattere nel bosco di Courton, al fronte.
Due settenari spezzati nelle cosiddette parole-verso del grande poeta ermetico che dell'essenzialità fece appunto il suo stile. Considerando i centodieci anni dall'esordio crepuscolare di Govoni, avvenuto nel 1903 con Le fiale e Armonie in grigio e in silenzio per Lumachi di Firenze, e ricordato il 20 luglio sulla Nuova Ferrara dallo scrittore Diego Marani che gli ha dato risalto nazionale - che tuttora merita - e la sua modesta fortuna, essendo stato antologizzato quale uno tra i primi minori del lirismo novecentesco, ho creduto doveroso rilevare la sua stoffa, il suo profondo spessore letterario che dimostra preparazione culturale, perizia del verso, ma soprattutto passione.
Persino il romabante e demolente.... Marinetti lesse il ferrarese “originalissimo e tutto suo, Corrado Govoni non rassomiglia a nessun altro. Né ai poeti futuristi che sono ardenti come lui né ai poeti di prevalente carattere critico culturale influenzato da ermetismi mallarmeani tutti più o meno eleganti, ma preziosi limitati e freddi”.
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http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/07/28/news/foglie-di-ungaretti-radici-di-govoni-1.7491641