Totalità rivista Novembre 2012 recensioni (1) di G.Pansa, H. P. Lovecraft, R. Guerra

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Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
 
.......NOVEMBRE 2012   novità librarie.....  a cura di Gianni Bozzi Sentieri
 
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STORIA
 
Giampaolo Pansa, La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (Rizzoli, pagg. 446, Euro 19,50)
Giampaolo Pansa torna su uno dei capitoli più complessi della recente storia italiana. A quasi dieci anni dalla pubblicazione de Il sangue dei vinti, il giornalista pubblica La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti. In questo libro Pansa ha raccolto nuove storie sul sanguinoso capitolo della nostra storia nazionale: una guerra civile senza vincitori né vinti, una tempesta di orrori e di rappresaglie, che rivive attraverso le voci dei protagonisti e il ricordo dei testimoni.
"Nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale - scrive l’autore presentando il suo nuovo libro - tanti italiani si trovarono scaraventati dentro l'inferno della guerra civile. E scoprirono che non esisteva differenza fra le parti che si scannavano. I partigiani e i fascisti si muovevano nello stesso modo. Alimentando una tempesta di orrori, rappresaglie, esecuzioni, torture, stupri, devastazioni. La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti descrive il lato oscuro degli anni fra il 1943 e il 1945. Ho voluto narrarlo sfidando quanti strilleranno che il virus del revisionismo mi ha dato alla testa. Eppure- aggiunge il giornalista - che partigiani e fascisti si assomigliassero era una certezza già presente nei racconti di chi aveva vissuto da spettatore inerme un massacro mai visto in casa nostra. Ma questa realtà doveva restare nascosta". La Resistenza era diventata una religione intoccabile. Anche parlare di guerra civile era proibito. Nessuno accettava il giudizio di uno scrittore schierato contro il fascismo in Spagna: 'La guerra civile è una malattia, si finisce per combattere contro se stessi'. E' accaduto anche da noi. I partigiani più forti, quelli comunisti, per fare la rivoluzione e prendere il potere hanno mostrato la stessa crudeltà dei loro avversari, le milizie politiche della Repubblica sociale”.
 
CLASSICI
 
Howard P. Lovecraft, Il dominatore delle tenebre – Il meglio dei racconti (Feltrinelli, pagg. 480, Euro 13,00)
Profeta e precursore, iniziatore e ispiratore, Howard Phillips Lovecraft – HPL nell’acronimo ormai universale – è l’erede primario di Edgar Allan Poe nella letteratura del gotico e dell’horror, del grottesco e del soprannaturale. Ma HPL è anche molto, molto di più. Trascorso quasi un secolo dal suo concepimento e dalla sua stesura, l’opera di HPL si conferma a tutt’oggi come una delle più approfondite e innovative esplorazioni del lato oscuro, non solamente della dimensione umana, ma di un’intera prospettiva cosmica. Dominando sia la tematica dell’horror tout-court sia la creazione di un’articolata mitologia fondata su una incombente, mostruosa apocalisse, HPL definisce parametri narrativi, traccia linee di confine, stabilisce modelli primari. Sulla base delle sue straordinarie storie del macabro – da Dagon ad Aria fredda, da Il colore dallo spazio a Il dominatore delle tenebre – o dei suoi agghiaccianti Miti di Cthulhu – da Nyarlathotep a L’entità sulla soglia, da L’orrore di Dunwich a L’ombra su Innsmouth – si può affermare senza troppi timori che la letteratura dell’incubo sia suddivisa in prima e dopo HPL. È in questa chiave di analisi che si colloca la presente antologia, che raccoglie tutto il meglio della sua vasta produzione: un omaggio alla personalità e all’opera di un autore destinato a essere, e a rimanere, una leggenda.
“Diciamo la verità – ha scritto Gianfranco de Turris - fa un certo effetto vedere una corposa antologia del «meglio» di H.P. Lovecraft pubblicata accanto a opere (citiamo le ultime uscite) di Novalis, Maupassant, Dostoevskij, Whitman, London, Wilde, Austen, Goethe in una collana dedicata -appunto - ai classici. Fa effetto presso coloro che continuano a considerare Lovecraft un autore popolare di serie B; e fa effetto presso coloro i quali lo considerano un grande della letteratura del Novecento e che mai si sarebbero aspettati un passo del genere in un Paese così provinciale e soggetto ai luoghi comuni culturali come l'Italia”.
 
ARTE
 
Roberto Guerra, Futurismo per la nuova umanità – Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia (Armando Editore, pagg. 96, Euro 10,00)

La storia del futurismo post 1944, dopo la scomparsa di Marinetti, fino ad oggi e in progress: l’autore di questo volume, con originale prospettiva letteraria e particolare rigore empirico, fornisce delle interessanti argomentazioni sulla più grande avanguardia italiana Una revisione sull’essenza tecnologica e futurologica del Futurismo storico, guardando agli studi di sociologi e futuribili quali McLuhan e De Kerckhove, e alle osservazioni sulla dis-continuità aggiornata del Futurismo nel secondo Novecento e inizio Duemila.
Da Futurismo Oggi (Roma) di Enzo Benedetto, Luigi Tallarico, Francesco Grisi, Antonio Fiore e Vitaldo Conte, all’ala culturale futuribile di Riccardo Campa, Stefano Vaj (Milano); a nativi digitali (net art e fantascienza) quali Antonio Saccoccio, Sandro Battisti , Marco Milani, Francesco Verso, Alessio Bugnoli, Maurizio Ganzaroli; al celebre Graziano Cecchini (Roma), l’uomo della Fontana Rossa di Trevi e altri blitz futuristici; allo stesso postcontemporaneo, performer e musicista postpunk Valerio Zekkini (Bologna) e ai video artisti .Alessandro Amaducci (Torino) e Filippo Landini (Ferrara). Capitoli speciali anche a figure molto celebri futuristiche quali i tedeschi elettronici Kraftwerk, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, la rock star Vasco Rossi, il nuovo futurismo stesso promosso dal critico d’arte Renat Barillii (e dall’artista contemporaneo Marco Lodola, sua la cover del volume) proprio l’inverno scorso celebrato al Mart della Rovereto di Depero.
Nello specifico del volume, in particolare, come accennato Guerra ha evidenziato il gruppo storico romano del secondo novecento Futurismo Oggi che- nonostante certa sottovalutazione per le vecchie questioni ideologiche sul futurismo, esita oggi come vera e propria arca di Noè per la più grande avanguardia italiana. Pure – fu avallato il neofuturismo del secondo novecento da critici anche ben noti, come appunto Grisi e Tallarico (nel 2002 benemerito di stato per la sua attività culturale) ed ebbe tra i suoi aderenti persino il celebre MoMa di New York.
 
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