Ermitage e le altre, la politica culturale allo specchio
Maisto: “Ora qualcosa è cambiato. Disponibile a un confronto pubblico”
Politica culturale ferrarese poco previdente e velleitaria oppure qualcosa è davvero cambiato negli ultimi? Tutta la città, non solo quella culturale, sta discutendo attorno all’invettiva lanciata dai blog di Estense.com da Piero Stefani (vai all’articolo).
Dello slogan “Ferrara città del rinascimento” sono rimasti solo timidi echi. Che risuonano sui muri di Casa Minerbi, sui mattoni del teatro Verdi, sui tappeti rossi di Ermitage Italia stesi per l’arrivo di Napolitano e nelle stanze semivuote del Meis. Il dito puntato da Stefani, sotto il titolo “Il vizio della memoria”, è stato ripreso – pur non citando curiosamente la fonte – anche dal ‘Carlino’ che ha chiesto lumi sul futuro di Palazzina Giglioli alla presidente del cda della fondazione, Marcella Zappaterra.
Pur non inquadrando bene la critica di Stefani (per “fallimento” il professore esperto di ebraismo intendeva la mostra del “Garofalo” e non l’intera attività di palazzina Giglioli), l’articolista è riuscita comunque a strappare una mezza ammissione sulla morte annunciata della sede ferrarese del museo di San Pietroburgo: non ci sono soldi e gli enti locali non ne sborseranno (l’accordo con la Russia prevedeva 250mila euro l’anno), stretti come sono nella morsa tra austerity montiana e riordino istituzionale. Il che significa che il centro studi e ricerche di corso Giovecca sarà costretto a trovare un altro gemellaggio. Altrove.
Ma il j’accuse lanciato su Estense.com ha trovato terreno fertile in Massimo Maisto, che risponde alle sollecitazioni di Stefani di un “comunicato complessivo che chiarisca, in sintesi, ai cittadini il perché a Ferrara avvengono tante ripetute e costose false partenze”.... C