Ferrara e il listone impossibile

Leggere l’editoriale del caro amico Carlo Bassi produce emozione e anche un senso di disagio che le sue sagge parole e i suoi argomentati pensieri acuiscono. Scrive Bassi che la sua difesa di quella sopraelevazione , il gradino chiamato “Listone”(per i non ferraresi una lista alta appunto un gradino al centro della lunga piazza Trento e Trieste che costeggia la fiancata della cattedrale un tempo mercato delle erbe e ora luogo del mercato del venerdì) è venuta meno. Le ragioni che Bassi adotta sono squisitamente architettoniche. Il listone frazionerebbe lo spazio “proponendosi come un’isola pedonale che consente ai suoi lati percorsi veloci”: ad esempio gli arrivi notturni della Mille Miglia. In tal modo lo spazio verrebbe irrimediabilmente snaturato. Non discuto dell’ineccepibilità dell’argomento ma a chi, come a chi scrive stanno a cuore le “neiges d’antan” il ricordo cioè legato a luoghi fissati nella propria storia ( una volta si diceva con sussiego, da intellettualini, del proprio vissuto)e che non arrecano danno rilevante alla corretta visione della piazza, l’ormai deciso livellamento produce disagio e malinconia. Perché togliere il ricordo (il Listone è stato costruito un secolo e mezzo fa) se la sistemazione attuale non produce altro che un’irrilevante e poco significativa rottura architettonica... C
 
G. Venturi   La Nuova Ferrara