Sciopero degli ombrelloni e spiagge deserte
Protesta dei gestori degli stabilimenti per il rinnovo delle concessioni demaniali
Lidi ferraresi. Hanno aderito compatti gli stabilimenti balneari su concessione demaniale (quelli situati al Lido di Volano, di Spina, degli Estensi e di Porto Garibaldi) alla manifestazione di protesta pubblica che ha visto stamani (3 agosto) dalle ore 8 alle 11 la chiusura degli ombrelloni per sensibilizzare il governo nazionale a prendere iniziative forti e decise contro l’applicazione integrale della direttiva Bolkenstein: “Una manifestazione che ha visto la sinergia di tutte le sigle sindacali perché con l’applicazione di tale disposizione comunitaria europea – commenta con preoccupazione Ascom Confcommercio Comacchio - a partire dal 2015 le concessioni degli stabilimenti balneari ancora su base demaniali verranno messe all’asta. Tale provvedimento metterebbe dunque a concreto rischio chiusura le imprese a conduzione famigliare del nostro litorale che potrebbero scontrarsi in fase di aggiudicazioni con realtà aziendali nazionali od internazionali. I nostri stabilimenti balneari a conduzione famigliare, devono essere salvaguardati e difesi dal Governo italiano inserendo appositi correttivi che vadano a premiare la storicità, la professionalità, l’esperienza di chi, generazione dopo generazione, da sempre ha dato lustro a questa costa di Comacchio con servizi personalizzati investendo con coraggio e tenacia e che ora rischia di perdere in un attimo il lavoro di una vita, mettendo a rischio l’intero sistema turistico della costa” concludono da Ascom.
“Ai nostri clienti – aggiunge Giancarlo Cappelli, presidente del Sib, Sindacato balneari della Confcommercio – abbiamo spiegato le ragioni di questo disagio e possiamo affermare che hanno capito e condiviso la battaglia che stiamo portando avanti per salvare le nostre imprese, che sono l’eccellenza del sistema turistico balneare”.
“Oggi con la chiusura degli ombrelloni, vogliamo testimoniare con fatti concreti – continua Cappelli – la nostra insoddisfazione sul mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo nel corso dell’incontro che si è svolto 4 mesi fa. Chiediamo all’Esecutivo la riapertura del tavolo di confronto sulle misure da mettere in campo per superare le condizioni di difficoltà che stanno paralizzando il settore balneare, già fortemente provato dagli effetti della crisi economica”.
“La nostra protesta – conclude Cappelli – vuole dire no alle aste degli Stabilimenti balneari, previste dall’Unione europea a partire dal 1 gennaio 2016.
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