Tavolazzi, i rimborsi erano dovuti
La procura archivia l’esposto nato dai pedinamenti di due consiglieri Pd
I rimborsi ottenuti da Tavolazzi erano dovuti. Il gip del tribunale di Ferrara ha accolto la richiesta di archiviazione del pm sui rimborsi chilometrici avuti dal consigliere Valentino Tavolazzi.
Dopo pedinamenti, esposto alla procura (leggi), mesi di accuse al veleno, polemiche dentro e fuori dal consiglio, richieste di dimissioni immediate e scuse pubbliche da parte del’intero gruppo del Partito democratico, il caso sulle presunte irregolarità del capogruppo di Progetto per Ferrara si scioglie come neve al sole.
Il sostituto procuratore Patrizia Castaldini prima e il giudice Monica Bighetti hanno ritenuto insussistente l’ipotesi di reato ipotizzata dalle investigazioni della Finanza, sollecitate dall’esposto girato a via Mentessi dal sindaco Tagliani, e dalle minuziosissime indagini svolte dal Comune e dalla polizia municipale.
Il fascicolo aperto contro Tavolazzi per truffa archiviata si è chiuso quindi senza un nulla di fatto. Uno smacco incredibile per Merli e Portaluppi (e per tutti i colleghi consiglieri del Pd) che dopo la conferenza stampa indetta d’urgenza durante il dibattito sull’approvazione del bilancio avevano presentato alla stampa tutte le carte con i rimborsi ritenuti illeciti, presentando una interrogazione e puntando il dito sulla presunta scorrettezza dell’avversario (leggi l’articolo).
E invece era tutto in regola. La dimora abituale era a Francolino e a regolare la materia è il terzo comma dell’art. 84 del Tuel, il testo unico per gli enti locali: “agli amministratori che risiedono fuori del capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, spetta il rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute, per la partecipazione ad ognuna delle sedute dei rispettivi organi assembleari ed esecutivi, nonché per la presenza necessaria presso la sede degli uffici per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate”.... C