Il diritto alla Democrazia irrita la casta dei giornalisti amici di Rigor Montis e la paleoborghesia italiana?

Votare non è reato

Secondo Corriere e Repubblica non considerare tabù andare a votare a ottobre è un atteggiamento da disfattisti e congiurati

Congiurati, disfattisti, insomma canaglie. Così ieri Antonio Polito sul Corriere della Seraha definito chi, nelle file della politica, non considera un tabù l'ipotesi di andare a votare a ottobre. Non solo. I deludenti risultati del governo dei tecnici sarebbero, a suo dire, colpa di un Parlamento infido che ha imbrigliato i professori. Chiudiamolo, allora, questo benedetto Parlamento, e trasferiamo la cabina di comando del Paese nelle redazioni del Corriere e di Repubblica. Che se poi chiudiamo anche i giornali che sostengono l'inverso meglio ancora, così i due fogli- partito recuperano anche qualche copia.

Ai più informati non può sfuggire che questo terrorismo ricattatorio (se cade Monti cade il mondo) arriva non da neutrali osservatori, bensì da signori che oltre a controllare i due maggiori quotidiani italiani hanno anche, e soprattutto, fortiinteressi personali che il governo Monti vada avanti il più a lungo possibile. Parliamo di banchieri e uomini di finanza che hanno i portafogli gonfi di pezzi di carta che potrebbe diventare straccia se la gestione sfuggisse al loro controllo. Molto meglio quindi mettere in ginocchio il Paese reale con le tasse e salvare se stessi tenendo in vita artificialmente l'euro e tutto quel sistema marcio che è l'alta finanza.
La politica avrà tanti difetti, ci saranno qua e là anche ladri, ma ha un pregio: periodicamente si deve sottoporre al giudizio dei cittadini. E questo fa sì che oltre agli affari suoi, almeno ogni tanto, il Parlamento debba pensare anche ai nostri. Sarà anche poco, ma meglio del niente che auspica il Corriere , secondo il quale è inutile andare a votare perché nel casino attuale non si capisce chi potrebbe vincere eventuali elezioni
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