Intervista a Maurizio Ganzaroli * Video, protagonista a New Code (selezioni per la Sesta Biennale d'arte conteporanea di Ferrara) (Castello Estense-17/19-2-'12)
D- Ganzaroli: finalmente una grande mostra a Ferrara, dopo anni di avanguardia pura... una anticipazione?
Ci saranno alcune opere inedite con effetti cromatici particolarmente azzardati.
D- Ganzaroli: computer art e fantascienza, l'altra tua modulazione estetica privilegiata, differenze?
r. non c'è nessuna differenza in se, tra la computer art e la fantascienza, ma sono uno il derivato dell'altro, in modo così stretto però, da rendersi difficile capire quale dei due ha influito sull'altra.
D- Ganzaroli: postmoderno o postumano?
r. credo che il post-moderno stia diventando post-umano quasi senza che ce ne accorgiamo, poiché l'uomo e la macchina stanno cominciando a perdere la propria identità in modo soggettivo e stanno divenendo con il tempo una cosa unica.
Nei miei racconti parlo spesso di esseri mezzo macchina e mezzo umani, robot che si credono vivi e umani che si credono macchine, perché il futuro della longevità, della medicina estrema e dell'etica sta andando in quella direzione.
Asimov lo sapeva da tempo.
D- Ganzaroli: la cibercultura (che promuovi da anni) e la Tradizione, binomio possibile?
r. la cybercultura può fondersi con la tradizione, quando questa non tende a fermare l'andamento degli eventi, ma serve soltanto come trampolino per nuovi pensieri, voli pindarici con ali robotiche e viaggi nel tempo senza alcuna macchina.
La cybercultura deve necessariamente prendere le sue idee dalla tradizione per essere capita, poi una volta assorbita si può evolvere.
D- Ganzaroli: il futurismo oggi... nostalgia o estetica prossima ventura?
r. estetica prossima ventura sicuramente, la nostalgia porta a fermare il proprio cammino, che inevitabilmente comincia a retrocedere.
Siamo nel tempo che scorre alla velocità della luce, che lo vogliamo oppure no.