20 02 2012 Futurismo 200-3 per la nuova umanità: dopo Marinetti...


Roberto Guerra: Futurismo per la Nuova Umanità. Dopo Marinetti: arte società tecnologia (Armando editore, Roma)
 
" Io sono solo un poeta futurista....Semmai, erano gli storici dell'arte stessi, che ...dovevano scriverlo! Il Futurismo RossoTrevi e dintorni ... li ha preceduti. Non è un caso". Roby Guerra
 
Dopo Nietszche, scrisse un certo Giorgio Colli, ancora negli anni caldi politico-culturali del secondo novecento, sdoganando l'altra modernità danzante di... Zarathustra, da certo quasi negazionismo culturale, ideologico, ben noto.
Ora, un poeta, finora noto soltanto in certo underground o nell'ambiente neofuturista, lancia velleitariamente (ma con cognizione di causa e ad alti livelli editoriali,per Armando, la storica casa editrice romana, scienze umane - e universitaria-, quella di Popper e McLuhan e via dicendo..) una operazione del genere, sul futurismo contemporaneo, finora per analoghi motivi, quasi non certificato dalla critica.
Questo il senso profondo di Futurismo per la Nuova Umanità.... dopo Marinetti...  di Roberto Guerra, già noto  per la sua raccolta poetica globale del 2000, Opere Futuriste Complete (Mantova), definito da certa critica (R.Roversi, Il Resto del Carlino ) il più interessante a livello letterario per l'avanguardia postmarinettiana: ovvero, per la prima volta, in termini organici e programmatici, una storia del futurismo post 1944, dopo la scomparsa presunta del movimento (dalla morte proprio del fondatore Marinetti). Cronache quasi live, in quanto Guerra ha attraversato ed è tutt'oggi ancor di più in primo piano, tutte le fasi dinamiche e operative del futurismo del secondo novecento e primissimo duemila. Dal gruppo romano di Enzo Benedetto (gli stessi Antonio Fiore Ufagrà, Luigi Tallarico, Baldo Savonari, Vitaldo Conte, oltre a Francesco Grisi e altri) ai futuribili Riccardo Campa e Stefano Vaj (e a certo neofuturismo futurologico), al poeta-musicista. performer e saggista bolognese Valerio Zecchini, ai nuovi netfuturisti del web di Antonio Saccoccio, gli stessi science fiction connettivisti di Battisti, Milani e altri.  Con al centro, vero e proprio detonatore indiscusso del rilancio del Futurismo, naturalmente Graziano Cecchini RossoTrevi, a partire dal boom improvviso della celebre Fontana Rossa di Trevi.
Guerra è chiarissimo, pur nella espansione della sua storia del futurismo come continuità.
Due capitoli, uno analitico-critico sul'opera di Cecchini, paragonato a Christo e Warhol, l'altro sul centenario clamoroso di Ferrara proprio del 20 2009, curato in primis dallo stesso Guerra, con  ...RossoTrevi, Ferrara Video&Arte e lo stesso A. Brugnoli, con Cecchini  primo protagonista: una anticonferenza esplosiva live, l'evento rilanciato, unico tra i pochissimi a cura di futuristi viventi, non solo celebrativi, dallo speciale della Rai, "Il Futuro del Futurismo". Inoltre, nelle numerose interviste incluse nel libro ai protagonisti, grande spazio alla parola di Cecchini, sorta di bilancio provvisorio sull'effetto appunto della Fontana Rossa, come bivio fondamentale per il ritorno concreto della più grande avanguardia italiana. Non senza certa querelle, cara in effetti anche al Guerra, va da sè, rivelatrice tutt'oggi (centenario a Ferrara, osteggiato dal regime cattocomunista ferrarese, la città sì dell'Ariosto e Corrado Govoni, ma, si sa, anche di Franceschini... tutto coraggiosamente scritto nel volume) della ancora dominante, in Italia, cultura ideologica (Gramsci o Pasolini o meno) spesso a una dimensione, ancora turbata dal ...Futurismo!
Di Graziano Cecchini, inoltre, anche l'incipit (dal suo manifesto del 2009) che precede le pagine di Guerra.
Che cosa ha pertanto innestato la Fontana Rossa alla luce anche del postcentenario? La narrazione di Guerra, con un taglio squisitamente letterario e sintetico, molto futuribile (quasi guardando una time machine immaginaria), descrive oggi la rinascita del Movimento: Internet sullo sfondo che ha accelerato (e decisivo) l'incontro di diverse ali neofuturiste, dapprima quasi isolate.  Alla fine, oggi, anche dopo, un importante convegno a cura proprio dell'ala futurologica di Vaj e Campa (Transvision 2010), con tra i relatori o videopartecipanti, gli stessi Cecchini, Guerra e Saccoccio, il movimento è ufficialmente e nuovamente attivo. Tutte sinergiche le diverse ali e anche per una coincidenza molto interessante se non quasi junghiana, complementari. Tra performance, letteratura, il web, la dimensione persino scientifico-culturale, la fantascienza e così via. Fino a, azioni futuriste culturali recenti, il Manifesto Smodato, scritto dai principali promotori, ovvero  Campa, Vaj, Saccoccio, Guerra, Cecchini, molto polemico anche nella sfera profana politica (contro quel che è stato definito "stupro linguistico" della effimera stagione finiana....); fino alla corrente  mostra romana di Cecchini, in corso fino al 24 febbraio, a cura (altro segno sorprendente)della giovane storica dell'arte Francesca Barbi Marinetti, ultima nipote del fondatore del futurismo, Filippo Tommaso... e alcune iniziative collaterali con lo stesso Saccoccio (lo scorso 24 gennaio) e verso il 20 2 per il cosiddetto bicentenario, 200-3, ancora tutti quanti per la presentazione in programma proprio di Futurismo per la Nuova Umanità ... .
Non ultimo, anzi, codice del nuovo futurismo, condiviso da tutti i gruppi, Guerra nella sua analisi, offre un livello parallelo di interpretazione, anche al di là del futurismo stesso:  capitoli e pagine e interviste sull'avanguardia contemporanea certamente futuribile, sinergica o meno con il nuovo Movimento, non senza sorprese. 
Dal cosiddetto "Nuovo Futurismo" superpop a cura del celebre Renato Barilli, (Marco Lodola stesso tra i protagonisti), attualmente in mostra al Mart nella Rovereto di... Depero,  al più grande videomaker italiano attuale, visionario digitale,Alessandro Amaducci.
Inoltre, uno zoom molto poetico sulla poetica e certa neovanguardia letteraria  mirata sul  noto Paolo Ruffilli (che ha anche aderito al centenario di Ferrara futurista);  il futurismo robot ben noto dei Kraftwerk (la leggendaria band tedesca di Ralfl Hutter e Florian Schneider, padri della musica elettronica, techno inclusa);  focus speciale sia sullo stesso Vasco Rossi,  dopo il suo grandioso  inno-hit  futuristico recente (il titolo del volume quasi un omaggio alla rock star italiana),  definito (e a ragione rispetto molti altri colleghi) anche politicamente e culturalmente sempre scorretto; che sullo stesso Sgarbi, in quel di Salemi, il primo con Toscani a captare (e concretamente, RossoTrevi poi anche assessore nella cittadella storica siciliana, dove Sgarbi è sindaco dal 2008 e protagonista con il Progetto Terremoto e alcune iniziative) il valore rivoluzionario futurista di Cecchini, altrove (Veltroni e Rutelli in primis) definito un vandalo... un novello quasi Nerone! Salemi città miracolo futuristica viene definita da Guerra, per appunto certa peculiarità di azione e politica culturale,    oggettivamente inedita nel panorama nazionale, e innovazione, Mimmo Centonze ad esempio, recentemente celebrato anche dal Corsera tra i nuovi creativi artisti italiani. Sgarbi è anche ferrarese, e Guerra, qua, spesso in prima persona (è attivo come futurista fin dagli anni 80), ma anche con capitoli e nelle stesse interviste, ci rivela una Ferrara quasi contraddittoria rispetto a certo andazzo politico oggi critico: una città ricca di una avanguardia creativa, non necessariamente futurista, ma certamente futuribile, tra letteratura, Roversi stesso e G.Tuzet, arte elettronica V.Teti e F. Landini (curatori peraltro di uno dei video festival  oggi più noti in Italia, The Scientist), lo stesso D.J. Afghan, noto a livello europeo, Maurizo Ganzaroli, Zairo Ferrante, Rita Mazzini, lo stesso Marcello Simoni, Lorenzo Mazzoni, Zizzo Magic, noti in Italia, e così via.
Non ultimo, anche in certa cifra metapolitica, suggerita da Guerra stesso sul nuovo futurismo contemporaneo globale, tecnoanarchico (ma molto techno....), e ammirevole per non replicare alla rovescio il pensiero unico del secondo novecento, spiccano pagine dedicate anche, il capitolo Urfuturisti, a certo neofuturismo laterale di matrice un poco rivoluzionaria conservatrice. Con una brevissima ma incisiva analisi, sulla scia del revisionismo critico degli stessi De Felice e anche Gentile, Guerra evidenzia 
il progetto libro manifesto Nuova Oggettività  a cura di G. Sessa, S. Giovannini e altri,quest'ultimo anche in primo piano nelle interviste.
 
Riassumendo: Guerra ha certamente codificato la continuità futurista aggiornata nella sua complessità in divenire. Certamente con un taglio narrativo, pur preciso e originale, inedito, ma sintetico, anzichè strettamente storico e analitico. Con esiti a volte dispersivi, poco persuasivi, fatalmente lacunoso.
Ma Guerra è un poeta futurista, come afferma sempre; in tal senso, i futuristi cantano il Nuovo che Avanza, e il volume, nella storia e  la letteratura critica sul  futurismo è oggettivamente Nuovo! Un inno controcorrente alla futura Umanità!
Sylvia Forty
 
*poetessa, autrice di Biancaneve a New York (Este Edition, Ferrara) e in AA.VV. "Per una Nuova Oggettività (Heliopolis)
 
 
Rassegna Stampa al 31 01 '12