L’immagine che l’Occidente ha dell’Islam è quella di una cultura che non sa separare la dimensione spirituale da quella secolare, lo stato dalla chiesa. I principi base della modernità politica e sociale (l’autonomia dall’individuo e della vita privata) sarebbero così preclusi ai musulmani, a meno di una rinuncia alla loro religione, identità e cultura. Si tratta, ovviamente, di una visione inquinata e distorta: la grande tradizione islamica non è quella estremista e radicale, anche se qualche segnale sembra indicare il contrario. Anzi, il radicalismo sarebbe di per sé un’ortodossia deviante, una corrente innaturale, che ha rotto con il filone principale del pensiero musulmano, aperto, tollerante, laico, in grado di distinguere politico e autorità religiosa. Il senso delle rivoluzioni arabe è anche questo: riprendere il cammino interrotto, senza indugiare in ripiegamenti su un passato lontano e improponibile.
Casalino Pierluigi, 14.12.2011.