Gli effetti dell’indagine «Salus iniqua»
Sgarbi: « Riprenderò la mia attività soltanto quando saranno
ripristinate le regole democratiche»
« Non intendo accettare la grave e intollerabile ingerenza di un’azione giudiziaria iniziata e ancora lontana da qualunque
oggettiva valutazione dei fatti, il cui risultato è portare discredito
e infangare l’attività amministrativa sulla base di illazioni, sospetti, pettegolezzi, riferimenti a infiltrazioni mafiose oggettivamente inesistenti e senza alcun nesso con l’ipotesi di reato attribuita
all’ex deputato Giuseppe Giammarinaro»
SALEMI - Vittorio Sgarbi, prendendo spunto dalla richiesta di dimissioini avanzata da alcuni consiglieri comunali nei confronti degli assessori Giuseppe Ilardi, Salvatore Sanci e Salvatore Angelo, ha redatto il documento che qui segue:
«In merito alle richieste di dimissioni dei tre assessori (Giuseppe Ilardi, Salvatore Angelo e Salvatore Sanci) indicati dalla maggioranza, così come risultata dalle elezioni per il consiglio comunale, indipendentemente dalla mia considerazione sul loro merito e dalla mia stessa volontà, mille volte manifestata, di avere assessori esterni e totalmente indipendenti dalla politica locale, oggi confermo la mia fiducia ai tre assessori da me nominati in piena convinzione e totale autonomia, nel rispetto delle regole democratiche, non potendo accettare la grave e intollerabile ingerenza di un’azione giudiziaria iniziata e ancora lontana da qualunque oggettiva valutazione dei fatti, il cui risultato è portare discredito e infangare l’attività amministrativa sulla base di illazioni, sospetti, pettegolezzi, riferimenti a infiltrazioni mafiose oggettivamente inesistenti e senza alcun nesso con l’ipotesi di reato attribuita all’ex deputato Giuseppe Giammarinaro.
In questo quadro l’estensione di una indagine relativa a una persona all’intero sistema democratico su cui si fonda l’amministrazione di una città, ha un carattere eversivo e pericoloso per le istituzioni e la stessa democrazia.
Non ci sono “uomini di…”, perchè se tali fossero Sanci, Ilardi e Angelo (quest’ultimo notoriamente autonomo anche sul piano dell’iniziativa politica), allo stesso modo e a maggior ragione, lo sarebbero i consiglieri eletti nelle liste di sostegno al sindaco: Giuseppa Asaro, Antonino Ardagna, Melchiorre Angelo, Fabrizio Gucciardi, Giuseppe Ferro, Giovanni Fici, Salvatore Verde, Giuseppe Greco, Vito Lo Castro, Leonardo Bascone, Leonardo La Grassa, Giuseppe Rubino.
Io li ho sempre visti come strettamente legati a Pino Giammarinaro sul piano politico, ed ho avuto da loro direttamente attestati di fedeltà politica allo stesso Giammarinaro.
Ho assistito anche con incredulità a diverse variabili dissociazioni da lui, ma ho anche preso atto, direttamente, di riconciliazioni e di nuovi attestati di fedeltà politica da parte, per esempio, di Nino Ardagna venuto in visita da me a Roma con lo stesso Giammarinaro.
Non posso quindi che accogliere con sgomento e grave preoccupazione ogni forma tardiva di dissociazione non da Giammarinaro ma dalla democrazia, riflettendo sulla viltà e sulla paura di chi appare influenzato o, meglio, oggettivamente intimidito dall’azione giudiziaria che non lo riguarda e non può alterare le regole democratiche.
Confermo dunque la mia fiducia ai tre assessori e intendo riprendere la mia attività amministrativa soltanto quando saranno ripristinate le regole democratiche e le autorità di garanzia avranno compiuto la loro verifica degli atti della giunta e dell’amministrazione, nell’assoluta certezza che nessun atto è stato deciso e nessuna decisione assunta in virtù di pressioni o infiltrazioni criminali e tanto meno mafiose.
E’ nota a tutta la città e a tutti i consiglieri la mia costante contrapposizione a Giamamrinaro nel merito delle sue richieste, a partire dalle energie rinnovabili e della diffusione criminosa del fotovoltaico, nel pieno rispetto del suo diritto di proporre e chiedere, senza ottenere mai nulla se non nella perfetta legittimità e convinzione rispetto alla mia volontà e determinazione amministrativa.
Nei fatti nessuna concessione di nessun tipo, e addirittura in contrasto documentato in numerose circostanze, anche pubbliche, e culminato nella totale dissociazione nella fase politicamente pià significativa dopo le elezioni amministrative: quella delle elezioni europee, quando mi sono candidato nelle liste del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, con 1000 voti di preferenza personale, mentre, com’era legittimo, Giammarinaro faceva votare l’Udc nelle persone di Saverio Romano, Pippo Gianni e Antonello Antinoro. Anche in quella occasione i «suoi consiglieri» avranno probabilmente seguito le sue indicazioni. La loro attuale posizione seguita all’inchiesta rappresenta un vulnus gravissimo alla democrazia e una mortificazione delle garanzie costituzionali.
Mi assumo dunque io la responsabilità di ridare dignità e ordine a regole che nessuna inchiesta può mettrere in discussione o ledere in modo così grave.
Né credo che gli arresti o le indagini relative a esponenti del Partito Democratico nell’Assemblea Regionale abbiano comportato conseguenze sui princìpi elementari della democrazia elettiva, a cui si richiamano anche gli esponenti dell’opposizione locale. Che, come altri, in passato non mancarono di fare accordi e alleanze, non mafiose ma politiche, con Giuseppe Giammnarinaro, a partire, per esempio, nella realtà politica di Mazara del Vallo con l’inappuntabile assessore e magistrato in aspettativa Massimo Russo. Anche a garanzia dei suoi diritti politici scrivo questa nota»
l'Ufficio per la Comunicazione
Responsabile: Nino Ippolito
0924 - 991401 e 0924-991400,
331-1708195,380-5475045, ufficiostampa@cittadisalemi.it