Politica Conacompatibile

 

 

L’ospedale di Cona, ipotizzato, scelto, tenacemente voluto e imposto dalla classe dominante per più di quattro legislature, offre il vantaggio di palesare l’archetipo della realizzazione pubblica inteso dai politici nostrani. Le caratteristiche di quella costruzione ci indicano che l’edificio di un ospedale d’eccellenza su cui issare trionfalmente la bandiera della repubblica deve rispondere almeno ai seguenti requisiti:

a)      non trovarsi dentro la città (e per rafforzare il concetto privare Ferrara dell’ospedale cittadino a cui da secoli era avvezza, così l’ospedale dipende in tutto e per tutto dai trasporti);

b)      non essere collegato dal sistema viario al centro mediante una circonvallazione ad anello, e gli altri collegamenti viari e ferroviari non importa che siano pronti quando entra in servizio;

c)      esser posto in area vocata ai maceri, tecnicamente definita a “ridotta soggiacenza della falda freatica” (significa predisposizione al rischio d’allagamenti delle sottostrutture);

d)     grazie a c), necessitare di un adeguato tappo di sentina, realizzato con grosse pompe sempre in servizio per drenare acque sotterranee prima che formino fanghi non pompabili;

e)      entrare in servizio con tutti i motori elettrici (pompe, ascensori, scale mobili, ventilatori) rigorosamente fuori norma rispetto alle classi energetiche ammesse al momento;

f)       avere un numero di posti letto insufficiente a soddisfare le esigenze della città vicina nei momenti di punta, anzi, aver addirittura un numero di posti letto ancor più scarso rispetto a quello che già s’è dimostrato insufficiente;

g)      sempre per basso numero di posti letto, che possa costringere la secolare Facoltà di Medicina a chiudere bottega o adattarsi a modesta appendice periferica di Bologna o Modena;

h)      flessibilità adattativa degli interni, quindi niente “arelle” intonacate a favore di pareti divisorie in cartongesso, materiale pregiato indistruttibile usato con successo nelle piramidi egizie, richiede solo l’accortezza di non fissare mensole e attaccapanni ai muri, che non terrebbero, così non si offrono altre vie di fuga agli eventuali scarafaggi alloggiati nelle intercapedini.

 

Appurata la tipologia d’eccellenza nelle opere pubbliche, diventa intuibile la linea di pensiero che guida l’amministrazione gestita dai nostri eroi al potere. Si comprende allora come con molti debiti e pochi introiti si trovi giusto vendere gli impianti comunali di fornitura monopolistica gas e acqua ad una SpA a prezzi inferiori ai saldi di fine stagione. Così la SpA introita cifre stratosferiche in assenza di concorrenza, e il Comune per manutenzionare le strade deve vendere edifici per pagare i lavori. Volendo offrire un servizio di biciclette pubbliche da depositare all’aperto, si comprano a 1.000 euro l’una bici in acciaio verniciato invece che in acciaio inox o in titanio. Se si mettono le telecamere per monitorare gli ingressi alla ZTL se ne compra un quarto di quello che serve e si riempiono gli altri varchi di divieti d’accesso, così di notte il traffico è regolarmente contromano. Potendo accedere a finanziamenti comunitari per sostenere l’economia del territorio cosa c’è di prioritario? Il Petrolchimico, finalmente con reparti di chimica fine? Certo che no! Vengono prima i trasporti merci fluviali, perbacco, confiniamo col Po! Non ha importanza che nel nostro tratto il fiume sia molto pensile (quindi bisognoso di interventi perenni), che la convenienza stia solo nelle lunghe distanze, che il trasporto fluviale richieda servizi integrati (battello e gomma o rotaia), che gli investimenti necessari siano più miliardari che milionari, che occorrano centinaia d’anni per ripagarli, che cominciare dei lavori pubblici e non finirli serva solo a dilapidare risorse, no, nulla di tutto questo ha importanza. Ciò che conta è che sia nella linea Conacompatibile! E’ una questione non tanto ideologica, quanto cultural-fisiologica. Perché la cultura acheuleana produceva molti bifacciali in selce e nessun microprocessore pur essendo entrambi basati sul silicio.

 

Paolo Giardini