Pierluigi Casalino: controversie su Dante e l'Islam

 


Sulle fonti escatologiche della Divina Commedia gli studi e le polemiche non si contano. Di recente, tuttavia, autori di grande prestigio e di assoluta preparazione scientifica (ad esempio Maria Corti) hanno finalmente aperto una breccia decisiva nella preconcetta difesa di un’originalità dantesca esclusiva e, proprio per questo, non testimone dell’autentica grandezza del nostro Sommo Poeta. da quando il sacerdote e arabista spagnolo Miguel Asìn Palacios nel 1919 rese nota la sua discussa tesi di una conoscenza da parte di Dante di imitazioni o di adattamenti di modelli musulmani di tradizioni e leggende o “hadith” sull’oltretomba, popolari, presenti nell’Islam orientale, africano, siciliano e spagnolo.

La notizia di tali racconti sarebbe pervenuta a Dante, anche attraverso i resoconti dei crociati o dei pellegrini. “Dante y l’Islam. La Escatologia musulmana en la Divina Comedia” di Asìn Palacios recupera la tradizione di un viaggio ultramondano del Profeta Maometto, dalle dimore infernali al trono di Dio. La redazione di quest’opera, a cui contribuirono studiosi ebrei della Spagna andalusa, (e detta Liber Scalae) sarebbe giunta nell’Europa cristiana, tramite traduzioni latine, compiute a Toledo, anche per mezzo del maestro di Dante, Brunetto Latini, che aveva trascorso un periodo d’esilio presso la Corte di Alfonso X il Savio. La traduzione latina del libro fu rinvenuta da Enzo Cerulli nel 1949, che ne pubblicò una traduzione in lingua italiana,la cui prima stesura fu conservata presso la Biblioteca Vaticana. In altri termini, oltre a quello delle fonti tradizionali classiche e giudaicocristiane, non minore sarebbe stato, secondo la ricerca di Palacios, il contributo del patrimonio delle fonti musulmane nell’influenza della Divina Commedia.
La scoperta dello studioso iberico suscitò un ampio e articolato dibattito, non privo di spunti polemici da parte della dantistica ufficiale e da parte degli stessi orientalisti. Nel mondo arabo-islamico, peraltro, la tesi venne accolta con simpatia e spesso con entusiasmo. Lungi dal voler screditare la formazione cristiana di Dante, in realtà, il libro di Asìn Palacios, come ha conferma la stessa Corti, costituisce un esempio straordinario della cooperazione intellettuale tra Oriente e Occidente, nel quadro di un generale insieme di rapporti assai fecondi tra le due rive del Mediterraneo, nonostante le occasioni di conflitto.

 

Casalino Pierluigi, 9.06.2011.