Sarkozy e Bernard Henry-Levy per Sakineh: la vita appesa a un filo.

 

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Manifestazioni di protesta a Parigi e Bruxelles
Berlino, 2 nov.
(Apcom) - Cresce il timore per la sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani, dopo che un'ong, che ha seguito fin dall'inizio il caso, ha annunciato per domani l'esecuzione dell'iraniana condannata a morte per adulterio. "Le probabilità di un'imminente esecuzione di Sakineh sono ora molto alte. E' stato riferito che sarà giustiziata già questo mercoledì, 3 novembre" ha denunciato sul suo sito il Comitato internazionale contro le esecuzioni. "Abbiamo ricevuto questa informazione tre giorni fa" ha spiegato Mina Ahadi, presidente e portavoce dell'associazione che ha sede in Germania, citando una lettera del tribunale inviata alle autorità penitenziarie di Tabriz dove è detenuta Sakineh. "Siamo molto preoccupati" ha aggiunto Ahadi. Il Comitato ha organizzato una manifestazione di protesta nel pomeriggio a Parigi e una marcia davanti alla sede del Parlamento europeo di Bruxelles. Dall'Italia il ministro degli Esteri Franco Frattini e quello per le Pari Opportunità Mara Carfagna hanno lanciato un appello perché venga risparmiata la vita della donna. Il titolare della Farnesina ha comunque precisato di non avere avuto alcuna conferma da parte dell'ambasciatore italiano a Teheran sull'imminente esecuzione. (Segue - con fonte Afp)
 
Parole capo Stato riferite da filosofo Bernard Henry-Lévy
Roma, 3 nov.
(Apcom) - Se le autorità iraniane "toccheranno un capello a Sakineh, interromperemo ipso-facto ogni dialogo in corso con Teheran". Lo ha affermato il presidente francese, Nicolas Sarkozy, citato dal filosofo transalpino Bernard Henry-Lévy intervenuto su radio "Europe 1". Secondo Levy, impegnato in prima persone nella mobilitazione in favore della donna iraniana condannata alla lapidazione da un tribunale iraniano, Sarkozy ha alzato il telefono e ha chiamato le autorità iraniane. Il numero uno dell'Eliseo "ha fatto sapere agli iraniani che la vicenda Sakineh è una questione personale", ha raccontato il filosofo. "Se le toccano un capello, tutti i negoziati in corso saranno abbandonati", ha proseguito Levy. Una minaccia, quella di Sarkozy, che se fosse confermata sembrerebbe collegarsi anche ai negoziati sul programma nucleare di Teheran, che dovrebbero riprendere a metà novembre dopo una lunga sospensione. La Francia fa parte del cosiddetto "5+1", il club delle grandi potenze (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) che partecipano direttamente ai negoziati con Teheran.