Sarà perché la prima notizia è da ritenersi tale solo nel dettaglio superato dagli eventi, essendo abituati a scoprire a cose fatte tutto ciò che succede nel petrolchimico. Consuetudine dovuta agli amministratori ferraresi mantenenti un rapporto con le società insediate preso a modello dai Maharaja ottocenteschi sotto la dominazione britannica: distaccati e accondiscendenti. Se non lo sono, fa lo stesso, tanto alle imprese non gliene cale. Dichiarano, a differenza dei britannici in India, di essere vogliose d’andarsene in qualsiasi momento. E’ per questo che l’amministrazione propone Accordi di Programma parenti stretti dei Pannicelli Caldi. Per firmare, le imprese li firmano, ma in cambio vogliono qualcosa, è ovvio. Perciò a Lyondell Basell è stato concesso l’aumento di edificabilità dei terreni, mettendola a dura prova: se le vien voglia d’andarsene è facilitata nella vendita.
La seconda notizia, invece, è un po’ spiacevole per l’intromissione della Magistratura. Sarà perché a Brindisi ci sono tradizioni angioine e non estensi, comunque non hanno un’assessora all’Ambiente e alle Relazioni Internazionali come Ferrara. Hanno solo un assessore all’Ecologia dedito a cosette arcaiche quali il Controllo e risanamento ambientale e il Randagismo Canino. Non possono reggere il confronto. Tanto più che da noi ci sono tante torce che illuminano a giorno le notti di via Eridano, tutte sotto controllo perché l’ambiente è presente nelle relazioni internazionali. E poi controlla anche una certa signora Edda che diventa afona telefonando centinaia di volte all’ARPA. Infine, abbiamo pure il maxi inceneritore di Hera, che ha risolto completamente il problema di TUTTI i rifiuti, nostri e altrui. Per questo siamo tranquilli. Non si capisce come mai Lyondell Basell non sposti lo stabilimento di Brindisi a Ferrara dove la Magistratura non pianta grane angioine.
In buona sostanza, certe notiziucole a Ferrara non possono far presa senza essere inserite nelle offerte speciali della pubblicità Ipercoop inviata alle famiglie. Da noi, noblesse oblige.
Paolo Giardini