L'Oratorio Annunziata gran tesoro per Ferrara

*da La Nuova Ferrara (31-10/2010)***segnalato da Architetto L. Viola (Hotel Ripagrande)

La passione per l’arte rinascimentale, l’importante quanto inatteso riscontro da parte dei visitatori, la volontà della proprietà di appoggiare il progetto hanno spinto Fun d’Art ad impegnarsi per realizzarlo. Hanno per ora aderito Viabizzuno, l’albergo San Girolamo dei Gesuati, G-maps, System Elettronica, l’Hotel Ripagrande, che sono diventati sponsor del progetto. «Noi - dicono Alessandro Gulinati e Marco Poltronieri - siamo convinti che la tutela del patrimonio debba coniugarsi all’uso delle più avanzate tecnologie dell’informatica.

Per questo abbiamo adottato un innovativo modello di marketing territoriale di grande impatto che permette di visualizzare un modello in 3D dell’Oratorio (www.oratorioannunziata.it) ed interagire con gli affreschi osservandoli a distanza ravvicinata e alta definizione, accedendo agli aggiornamenti nelle lingue desiderate; metodologia usata da Google per alcuni dei più grandi musei europei».

Notevole è l’ apparato decorativo dell’Annunziata in cui si sommano elementi che vanno dal 1300 al 1800, all’interno del quale spiccano la quattrocentesca Resurrezione recentemente restaurata ed otto grandi affreschi che ripercorrono la leggendario storia della croce di Cristo, realizzati dalla scuola dei Filippi, in particolare da Sebastiano detto il Bastianino e dal padre Camillo, autori sia del Giudizio Universale del Duomo e degli affreschi del Castello Estense. Altri artisti che operarono nell’Oratorio di via Borgo di Sotto, furono Niccolò Roselli ed il discepolo di Dosso Dossi, Giovanni Francesco Surchi detto il Delai. C’è poi una tempera ottocentesca dell’Annunciazione del copista ferrarese Gregorio Boari.

E qui nel 1500 giunse una reliquia della croce portata da Isabella del Balzo Orsini moglie del re di Napoli Ferdinando d’Aragona, rifugiatasi alla Corte Estense dopo la fine del regno; reliquia che scomparve con Napoleone. L’Oratorio edificato già nel XIV secolo, a due passi dal Palazzo Schifanoia, dalla basilica di S. Maria in Vado e dai monasteri del Corpus Domini e di S. Girolamo, si presenta all’esterno come un’architettura ecclesiastica seicentesca legata alla sua trasformazione in chiesa di S. Apollinare, opera dell’architetto Giovanni Battista Aleotti..

(mg)