Transumanisti e Net.futuristi promuovono nuovi scenari per fronteggiare la crisi della ricerca scientifica, dei sistemi educativi e dell’arte
TransVision 2010 è il congresso mondiale del Transumanismo, e si è svolto a Milano all’Hotel Dei Cavalieri dal 22 al 24 ottobre. Decine di studiosi, scienziati e artisti giunti da tutto il mondo per confrontarsi sulle nuove teorie scientifiche, tecnologiche, culturali, artistiche e sociali che promettono di cambiare il nostro mondo al di là di ogni aspettativa e potrebbero risultare in una “Singolarità” in sole poche decine di anni. Ne parliamo con Antonio Saccoccio, scrittore e compositore avanguardista, uno dei padri del Netfuturismo.
“Ho partecipato per la prima volta quest’anno a TransVision. Occorre premettere che per noi avanguardisti in Italia la vita è dura. Il nostro Paese è consumato dal tradizionalismo più intransigente. Ogni idea nuova è vista con sospetto e viene messa rapidamente all’indice. La strategia è quella dell’isolamento: chi è fuori dal coro viene spinto fuori dagli ambienti che contano. La possibilità di ritrovarsi a parlare e a confrontarsi con alcuni tra i maggiori innovatori del mondo è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. In tre giorni abbiamo potuto ascoltare Max More, Aubrey de Grey, Martine Rothblatt, Natasha Vita-More, Khannea Suntzu, David Pearce, Dan Massey, David Orban, Anders Sandberg. Nutrita anche la pattuglia dei transumanisti italiani: Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco, Giuseppe Vatinno, Roberto Marchesini e altri. E poi c’erano i futuristi contemporanei: Roberto Guerra, Graziano Cecchini e il sottoscritto. Personalmente credo molto nella sinergia tra Net.Futurismo e Transumanismo. Credo che i punti di contatto e gli obiettivi comuni siano davvero molti”.....
continua AGORA' VOX
“Ho partecipato per la prima volta quest’anno a TransVision. Occorre premettere che per noi avanguardisti in Italia la vita è dura. Il nostro Paese è consumato dal tradizionalismo più intransigente. Ogni idea nuova è vista con sospetto e viene messa rapidamente all’indice. La strategia è quella dell’isolamento: chi è fuori dal coro viene spinto fuori dagli ambienti che contano. La possibilità di ritrovarsi a parlare e a confrontarsi con alcuni tra i maggiori innovatori del mondo è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. In tre giorni abbiamo potuto ascoltare Max More, Aubrey de Grey, Martine Rothblatt, Natasha Vita-More, Khannea Suntzu, David Pearce, Dan Massey, David Orban, Anders Sandberg. Nutrita anche la pattuglia dei transumanisti italiani: Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco, Giuseppe Vatinno, Roberto Marchesini e altri. E poi c’erano i futuristi contemporanei: Roberto Guerra, Graziano Cecchini e il sottoscritto. Personalmente credo molto nella sinergia tra Net.Futurismo e Transumanismo. Credo che i punti di contatto e gli obiettivi comuni siano davvero molti”.....
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