Cona scandalo Vanitas Vanitatum di Paolo Giardini

 

VANITAS VANITATUM…

 

Non s’è quasi fatto in tempo a oltrepassare senza esito l’ennesima scadenza “certa” di ultimazione lavori per Cona, che le già imprese pretendono cento milioni aggiuntivi per lavori eseguiti extra appalto. Mancano davvero di rispetto a chi ha reiteratamente spergiurato che l’eccellentissimo costruendo ospedale di Cona (ancora senza strade d’accesso completate) “costerà” meno di altri nuovi ospedali già finiti e funzionanti! Attendiamo curiosi le delucidazioni dagli spergiuri.

Il lungo filo in cui si dipana la storia dell’ospedale di Cona proviene solo in parte dal gomitolo. La smisurata dilatazione dei tempi ha costretto ad aggiungerne man mano dei tratti. Se metaforicamente riavvolgessimo la miscellanea, troveremmo il susseguirsi di quanto capitava sottomano: spago grosso, nastro da taglio inaugurale, filo elettrico, spago sottile, filo da stendibiancheria, ecc.

Considerando che la mano d’opera che esegue i lavori a Cona è prevalentemente in subappalto, per chi conosce le differenze operative fra chi lavora a step e chi lavora nell’ambito di una responsabilità globale, per la qualità dei lavori vale la metafora del filo annodato. In certi casi, l’accertamento di verifica e affidabilità può avere tempi analoghi a quelli di realizzazione. Poiché spareranno sul posto ai verificatori che non rispetteranno le tabelle di marcia, l’entrata in servizio dell’ospedale darà la stura ad una serie ultradecennale di disservizi e aggiustamenti, per il fiorire di saghe sia esilaranti che tragiche su Cona.

La valenza tragicomica non è limitata al costruendo ospedale: siamo gratificati pure da exploit di politicanti in vena di esibizionismo, fra cui un medico specialista nell’ipertensione (settore che sta alla medicina generale come i francobolli svizzeri stanno alla numismatica mondiale), che in qualità di esponente PD si affanna a sbraitare che l’Ospedale a Cona è quanto di meglio ci possa essere. Sa benissimo che, con un solo ospedale, chi ne avrà necessità vi si recherà anche se sarà circondato da una palude, indossando stivali in gomma. Non ci sarebbe quindi bisogno di dichiarare che là tutto sarà perfetto, compreso il pronto soccorso e il servizio 118. Indipendentemente dal fatto che ci sia un maxi settore di competenza chiamato “medicina d’urgenza” con un proprio responsabile a cui fa capo sia il Pronto Soccorso che il 118, stranamente, lo specialista dell’ipertensione parla, a proposito delle emorragie sulle ambulanze, di “flebo di fluidi per boli sequenziali di cristalloidi”. Grottesco. Sarebbe meno stravagante un elettricista che spiegasse ai clienti che il corto circuito dipende anche dalla reattanza sincrona di sequenza zero.

A che serve questa defaticante ostentazione di vanità? Dato che Cona è una imposizione della Regione, dato che la Regione è governata dal PD, dato che il PD ha perso le elezioni nella Comacchio che ha sempre preteso di conservare il suo ospedale cittadino contrariamente alle decisioni regionali, dato che la Regione dopo la batosta elettorale è diventata ossequiente ai desideri dei comacchiesi rinnovando subito il S. Camillo con tanto di recentissima inaugurazione di Errani, se anche solo una parte della popolazione cittadina nutrisse aspettative ospedaliere normali, una formidabile erosione del consenso al PD sarebbe assicurata! Così la regione concederebbe anche a Ferrara quello che ha concesso a Comacchio, salvando il S. Anna. Ma se ciò non avvenisse (per la solita pigrizia ferrarese), i pochi difensori espliciti di Cona potrebbero attribuirsene a gran voce il merito: ecco la spiegazione!

Per bocciare integralmente Cona basta quel concentrato di nefandezze che è. Ma se proprio fosse necessario aggiungervi una goccia per far traboccare il vaso dell’indignazione, beh, credo che le comiche ambizioni da proconsoli di improvvisati sostenitori di Cona siano bastanti per stimolare sussulti di dignità.

 

Paolo Giardini