Lo spirito popolare critico
.....Posso ancora ripetere che "l'argomento mi interessa tanto", ma devo saggiamente avvertire che non sono venuto qui per colmare una lacuna, anche se è l'occasione buona per denunciarla. Sul tema degli intellettuali, come su ogni altra grande "quistione" gramsciana, manca ancora una adeguata analisi diacronica, che distingua i livelli prospettici di una inchiesta in rapidissima evoluzione, e sia alfine in grado di non schiacciare, in un'otttica genericamente e indiscriminatamente gramsciana, senza più, posizioni che segnano, anzi, una vorticosa autocorrezione autocritica, non soltanto, in blocco, nel Gramsci dei Quaderni, del Gramsci non ancora carcerato, ma più minutamente, all'interno dei Quaderni medesimi, di momenti e stadi che continuamente si riesaminano e modificano e riciclano senza tregua, e che soltanto l'aggravarsi dei mali, e da ultimo la morte, interrompono prima di qualunque posibile approdo accoglibilmente sodisfacente, per Gramsci. Semprechè, conviene aggiungere, per il teorico del "materialismo storico" come vera e sola incarnazione di uno "storicismo assoluto", radicalmente rovesciato nei confronti della sua prospezione idealistica crociana, un simile approdo potesse davvero pensarsi. Onde potrebbe replicarsi, per Gramsci, il famoso paradosso di Jaeger, nei confronti di Aristotele, con lieve adattamento: il filosofo dello "storicismo assoluto" attende ancora di essere assolutamente storicizzato.....
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