COMITATO ACQUA PUBBLICA... di Paolo Giardini

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Il Comitato Acqua Pubblica ha dovuto smentire pubblicamente il Chiarini sul reale funzionamento dell’impianto acqua di Ponte, erudendolo/ci con notizie più verosimili di quelle da lui propalate in un’intervista. Non è la prima volta che l’uomo palesa un’istruzione rabberciata. E’ memorabile il suo parere, durante la disputa anti-inceneritore, sul termine “nanoparticella”, a suo dire non appartenente al linguaggio scientifico. Comunque, non tutto il male viene per nuocere.

L’esternazione di Chiarini ha permesso di sottoporre ai lettori di giornali argomenti altrimenti inascoltati. Perché il problema a monte di tutto è qui: quanti cittadini sanno davvero che il “nostro” vecchio Acquedotto Comunale e annesso laboratorio di analisi non è più Comunale, ma di esclusiva proprietà di una società di capitali? E che il servizio non può più essere quello di prima?

Detta società forestiera ebbe la fortuna d’incontrare un paio di tipi ameni al potere che scipparono ai cittadini attuali e futuri l’impianto di Ponte (agevolati da leggi che ammettono la sparizione di dotazioni comunali con qualche passaggio di proprietà intermedio), vendendoglielo per una presunta convenienza economica. Inconsapevoli, purtroppo, dell’enorme valore delle cose uniche.

Fu un’iniziativa balorda, equiparabile ad un disgraziato che vende i reni, a prima vista ben pagati, in cambio della garanzia contrattuale che l’acquirente gli erogherà un accurato servizio di dialisi!

La sciagurata vicenda ha un seguito nella vendita delle reti che uno dei mattacchioni, ritornato al potere, ora intende completare per fedeltà alla sua vita dissoluta. Nel partito del mattacchione sono astutamente disposti ad appoggiarlo nell’alienazione della rete gas per 18 milioni di euro. La rete è sviluppata capillarmente nel tessuto cittadino per centinaia di chilometri, distribuita almeno ad 80.000 utenti. Indipendentemente dal fatto che la rete gas sia in esemplare unico, il suo valore onnicomprensivo ex novo è di alcune centinaia di milioni di euro. Eppure, se ne troveranno tanti contenti di quei 18 milioni (e perché non 19 o 20?), dato che la rete è vecchia, ha bisogno di manutenzioni, quello che conta veramente è il servizio di rete che continuerà a non mancare, ecc. ecc. Per le stesse ragioni si potrebbe vendere anche il vecchio Palazzo Municipale, delicato, dai soffitti alti, con uno scalone d’accesso pieno di gradini. Con 4-5 milioni, Hera potrebbe comprarlo dal mattacchione al potere con soddisfazione di entrambi! E i cittadini? Ma se non gliene frega niente degli essenziali acquedotti e rete gas, figuriamoci cosa gliene frega di quel rudere! Già che ci siamo, potremmo comprendere nel prezzo anche Casa Romei, vecchissima anch’essa e che non rende nulla. Basta che non la spostino da Ferrara, ma una clausola ad hoc sul contratto lo impedirà!

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

www.progettoperferrara.org

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=po142DlZ-8Q