POESIA E SCIENZA

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Giovanni Tuzet – Tra poesia e scienza

“A regola d’arte” (Este edition, 2007), di Giovanni Tuzet:  Tuzet, poco più che trentenne, docente alla Bocconi di Milano, attualmente anche all'Università di Yale negli Usa,  esplora certo immaginario futurista, da Corrado Govoni e Marinetti a autori contemporanei, a profonde analisi epistemologiche sull’interfaccia arte-scienza, poesia-scienza;  un lavoro complesso, originale, coraggioso e affascinante su tali temi fondamentali per il futuro della parola e della figura dell’artista alla luce della mutazione scientifico-culturale in atto, della sfida del duemila e di Internet…

E il linguaggio di Tuzet (anche poeta - ha edito 365 I e II per la Liberty House di Lucio Scardino), coinvolge per lo stile – proprio a regola d’arte, prospettico, poetico e futuribile, simultaneamente analitico e “logico-matematico”, nella scansione ritmica, nel gioco dei segni e dei significanti, al di là delle ipotesi suggerite e discusse… Non a caso Tuzet, parla “di Poesia Logica” per sottolineare certa poetica, fare parola, sperimentale, nuovamente innovativa, capace di nuova bellezza e di captare nuovi orizzonti (anche tra echi del grande Wittengstein).

Giovanni Tuzet – come accennato- in Regola d’Arte, conferma inoltre certo suo interesse specifico per il futurismo e l’avanguardia letteraria italiana: una delle revisioni probabilmente più interessanti recenti (dopo Bertoni, Salaris, Curi, ecc.), in certo vettore neoumanista e scientifico. Non a caso, nel 2003, curò sempre a Cento al Palazzo del Governatore, una serata dedicata ai poeti futuristi, anche contemporanei e nel 2007 e 2008 a Ferrara è stato uno dei protagonisti dell’evento multimediale Futurismo-Renaissance e dell'Anticentenario del Futurismo anteprima a The Scientist 2008 Video Festival. Infine Tuzet collabora a diverse riviste letterarie, tra cui Atelier e Anterem. Infine, paradigmatico, anche per il Neofuturismo, il manifesto incluso nel libro, poi anche in Arte in Movimento On Line, saggi sull'arte elettronica (sempre Este Edition) a cura di Marco Teti:
 
Dieci cartucce per rinascere   di Giovanni Tuzet  

1. È necessario un nuovo umanesimo scientifico.
2. Conviene però privilegiare l’aspetto umanistico o quello scientifico?
3. Bando alla nostalgia. Guardiamo all’archetipo del futurismo. La sfida, l’esperimento. La sfrenata gioia dell’inventore!
4. Sì, il futurismo è un bacillo ibernato da rianimare.
5. Siamo riusciti a liberare questo paese dai professori, dagli archeologi, dai ciceroni e dagli antiquari?
6. Quello che manca è una critica feroce diretta anche a noi stessi.
7. Anche se la lotta è impari, bisogna continuare a farla.
8. Con quale droga sono stati storditi i giovani della città lunare? Con quale sostanza sono stati avvelenati?
9. Ho il sospetto che le immagini ci pugnalino alle spalle. Non ci vorrà forse una nuova eresia iconoclasta?
10. Senza il compromesso sentimentale della buona tavola e del sofà, oggi occorre questo: un’arte logica e precisa.

Roberto Guerra

*http://lav0cefuturista.splinder.com